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GLASOVI COMMONERA

Ripensare la città, ritrovare il piacere di con-vivere

Tre architette e un progetto di promozione sociale che aspira a coniugare bisogni abitativi, una diversa idea del vicinato e il recupero del territorio. È nato a Bari, si chiama Baco- Coabitare a Sud e si propone di promuovere e divulgare il modello abitativo del co-housing nel capoluogo e nel resto della Puglia. La condivisione abitativa viene individuata come una soluzione per combattere un’offerta immobiliare inadeguata e i suoi costi eccessivi ma anche per immaginare una città capace di respingere schemi ordinari e deprimenti, con centri cittadini gentrificati e periferie “dormitorio”, valorizzando tutti gli aspetti legati alla cura reciproca e alla solidarietà.

Le ideatrici del progetto raccontano di essersi prima di tutto ritrovate attorno a una serie di conversazioni sulla città e sul vivere contemporaneo”. Da qui è emersa la spinta a fare emergere buone pratiche del vivere collaborativo e di "vicinato attivo", che sono elementi molto radicati nella storia delle città del sud Italia, la cui riscoperta rappresenterebbe l’occasione per offrire “un nuovo modello abitativo, tanto contemporaneo quanto antico, più solidale e comunitario, più umano”. Le città sono sempre più spesso luoghi dove prevale la solitudine e addirittura si disimpara il piacere di incontrarsi.

L’obiettivo è quindi "realizzare progetti in cui coesistano alloggi privati e molti spazi comuni, la cui progettazione prima, e la gestione poi, sono supportate da tutti gli abitanti". Qui un breve articolo che spiega, per intero.

Leggendo questa notizia mi sono riletta le parole di Ida Faré, in Sapere femminile e cura della città: “Fin dall’origine il quartiere, il borgo, la città sono nati e si sono strutturati come comunità di corpi viventi, ma se guardiamo alla grande urbanistica, alla metropoli funzionale, infrastrutturale, pianificata dall’alto, ci perdiamo in immensi disegni astratti dove i corpi non esistono più, sono semmai utenti, identificati in un solo tratto della loro vita. E nella nostra esperienza quotidiana di abitanti ci muoviamo in una città scortese, frettolosa, ostile, pensata sull’uomo a una dimensione, su un corpo standard, un uomo grigio che scende dal treno al mattino per imbucarsi nel metrò, insieme a quei “battaglioni di gente grigia”, come li chiamava Luciano Bianciardi ne La vita agra”.

Per saperne di più

ba.cohousing@gmail.com


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1 Komentar

Anonymous avatar

Anonimno

Prosinac 24, 2018 at 17:10

Molto interessante! Good done!