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STORIE

Storie di resistenza alla didattica a distanza

Le mie studentesse invisibili sono diventate comete che attraversano il cielo di Bolzano.

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All'inizio le avevo chiamate le mie studentesse invisibili, perché non sapevo nulla di loro, non le avevo potute vedere. Loro sono le studentesse del corso di Elementi di Informatica per la Comunicazione che tengo presso il corso di Laurea in Scienze della Comunicazione della Libera Università di Bolzano. Il motivo della mia temporanea cecità erano gli strumenti tecnologici che avevo dovuto usare per insegnare. A volte tali strumenti non mi permettevano di vedere il video dei miei studenti; altre volte, gli studenti stessi decidevano di tenere la telecamera spenta immergendosi in un contesto di completa invisibilità.

Velocemente però ho imparato a conoscerle; sapevo di loro, anche se non le avevo mai incontrate nel mondo fisico. Se qualcuna mancava a lezione me ne preoccupavo e non penso di avere mai dedicato così tanto sforzo a un corso. Tanto meno ricordo classi così motivate e attive.

Erano gli inizi di Marzo. Eravamo tutte spaventate e ognuna di noi faceva del suo meglio per potere continuare a imparare, a stare insieme almeno virtualmente. Non facevo in tempo a mandare un messaggio nel forum che arrivavano risposte, riflessioni interessanti, testi e immagini di vite confuse. Contemporaneamente, i video sono rimasti accesi e abbiamo provato vari sistemi per condividere, riflettere e quindi imparare cose nuove.

Insieme abbiamo cercato di riflettere sul ruolo delle tecnologie nella nuova vita COVID e gli studenti in gruppi remoti hanno lavorato a un progetto di loro scelta. Durante il corso, abbiamo anche avuto come ospite Tommaso Sorichetti dell'Associazione Sineglossa che collabora al progetto IAQOS - Intelligenza Artificiale di Quartiere Open Source - Bolzano, con l'obiettivo di progettare nuove possibilità per una società tecnologica più giusta e sana.

Oggi mi arriva una bellissima foto di queste giovani ragazze grintose, appassionate e capaci mentre presentano i risultati del loro lavoro durante la scuola di progettazione partecipata per l'intelligenza artificiale di Bolzano organizzata da IAQOS, che altri giovani come loro stanno frequentando in questi mesi a Bolzano.

E' una storia piccola di resistenza al COVID 19 di cui personalmente avevo bisogno.

Invito cordialmente Cooperativa 19 e l'associazione Sineglossa che partecipano a IAQOS Bolzano, nonchè Camilla Morandin, Giada Fraccaro, Martina Squizzato e Arina di Lao a condividere le loro storie su IAQOS e sugli effetti delle reti sociali sul benessere comunitario.

Commonfare.net è per le persone, con le persone e delle persone.

Vuoi aderire? Avrai bisogno solo di un indirizzo email e non lo useremo mai per altri scopi.

1 Commento

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Giada Fraccaro

novembre 03, 2020 at 17:52

Grazie professoressa per questa bellissima storia. Il progetto IAQOS ci sta offrendo una grandissima opportunità per imparare sempre qualcosa di nuovo. Abbiamo parlato di intelligenza artificiale nei suoi risvolti più tecnici, ma anche sociali, di bias nella produzione e di diritto alla privacy. Ci stiamo concentrando nel trinomio arte-scienza-società, per riuscire a creare un’intelligenza artificiale che possa essere utile ed efficace per migliorare la vita dei bolzanini, e non solo e ricostruire la nostra percezione della città, viva, molteplice nelle sue sfaccettature e per questo ricca. Prendere parte al progetto ha significato molto per noi anche in termini di “presenza”. Siamo riusciti a scappare un po’ dagli schermi e dalle lezioni telematiche, che vanno avanti ormai da mesi, per riprenderci una fetta di normalità e costruire un team in carne ed ossa, motivato più che mai a ripartire!