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COMMONERS VOICES

Invito alla vita

Invito alla vita è un progetto di prevenzione del suicidio gestito dall’Associazione A.M.A. in convenzione con l’A.P.S.S. di Trento.

Il progetto intende promuovere la cultura dell’ascolto e dell’accoglienza della fatica di vivere, contrastare la solitudine e l’isolamento sociale informando la comunità circa fattori di rischio e falsi miti sulla tematica suicidaria affinchè ogni persona possa essere un sensore, combattere lo stigma su un tema ancora tabù che affligge in particolar modo chi sopravvive alla perdita di una persona cara.

Tra le varie attività del progetto lo strumento principale di ascolto e sostegno è la linea telefonica gratuita gestita da volontari e attiva 7 giorni su 7 dalle sette del mattino all’una di notte - 800 061650.

La linea telefonica di Invito alla vita è attiva dal 2009 e si pone come obiettivo dare sollievo alla sofferenza nel qui ed ora ed eventualmente orientare ai servizi presenti sul territorio.

I volontari della linea si sforzano di introdursi nel problema così come è vissuto dall’altro, di ascoltare l’altro senza valutare la persona sulla base di come “si dovrebbe comportare” rispetto al proprio sistema di valori morali, ovvero senza giudicare o cercare di modificare le convinzioni dell’altro.

Nel solo 2018 i volontari hanno risposto a circa 3100 chiamate.

Per capire il significato di questo tipo di volontariato abbiamo raccolto la testimonianza diretta di una volontaria.

 

“La mia esperienza all’interno del progetto “Invito alla vita”, è iniziata alla fine del 2012, quando venni a conoscenza della programmazione di un corso di formazione per volontari della linea telefonica a cui, seppure con un po’ di apprensione sia rispetto agli argomenti trattati che alle mie capacità di confrontarmi con un gruppo, decisi di iscrivermi. Il percorso di formazione, tenuto da professionisti, è stato molto interessante, serio e rigoroso, inteso ad indagare i vari disagi, sia di natura psichica che relativi ad esperienze di perdita, malattia, conflitti, dipendenze, oltre che naturalmente il ruolo del volontario all’interno della relazione di aiuto.

Finita la formazione, ho provato a mettermi in gioco intraprendendo l’attività di ascolto proposta, che ormai per me va avanti da più di cinque anni. E’ stata e continua ad essere un’esperienza in alcuni casi emotivamente molto forte, ma sempre di grande arricchimento personale, come spesso succede quando si vengono a “conoscere” persone nuove, con dei vissuti a volte molto diversi dai propri e che proprio per questo aiutano ad allargare gli orizzonti, invitano alla tolleranza e a ridurre gli stigmi.

A questo proposito posso dire che il corso iniziale, i successivi incontri di aggiornamento e l’esperienza all’interno al progetto mi sono stati particolarmente utili in un momento molto triste della mia vita, quando il figlio di una coppia di amici, da tempo sofferente di depressione, ha deciso, come riportato in una delle nostre cartoline, di voltare le spalle alla vita e andare nella direzione contraria. Se non avessi affrontato questo tema all’interno del percorso di formazione, sicuramente mi sarei azzardata a dare dei giudizi morali, e probabilmente, come ho sentito dai tanti commenti durante il funerale, mi sarei lasciata trascinare da sentimenti di rabbia verso il ragazzo (ma com’è possibile fare una scelta del genere, non pensare ai genitori, ai familiari, agli amici che devono affrontare tanto dolore e tante domande?...) Sono invece riuscita a guardare con grande tenerezza la sua foto vicino alla bara, con la consapevolezza che la sua è stata una scelta, per quanto estrema ed estremamente dolorosa per lui e per molte altre persone, cui aveva in qualche modo “diritto”, perché in quel momento evidentemente la sua vita gli si presentava come inaccettabile e non riusciva a intravedere nessun’altra possibile alternativa. Ho sentito questa consapevolezza come un “regalo” per me e, chissà, forse anche per lui; e ho pensato che davvero una scelta così tragica e definitiva ci dovrebbe far riflettere sui nostri comportamenti e spronarci a partecipare alla costruzione di una società più sensibile, inclusiva e solidale.”


E’ attualmente in partenza a Trento un corso di formazione per nuovi volontari dell’ascolto: “IMPARARE AD ASCOLTARE SI PUO’” che durerà da sabato 2 a giovedì 28 marzo 2019, per un totale di 14 ore di formazione.

Possono accedere alla formazione persone maggiorenni che dispongano di tempo e capacità di ascolto; non è richiesta alcuna professionalità specifica.

La partecipazione è gratuita. A chi ha frequentato almeno 10 ore verrà consegnato un attestato di frequenza. All’iscrizione seguirà un colloquio motivazionale con una psicologa, per capire insieme il tipo di impegno richiesto e la corrispondenza di questo con le possibilità e i desideri dell’aspirante volontario.

 Per informazioni ed iscrizioni

Camilla Bettella | ama.bettella@gmail.com | 0461-239640




Corso volontari linea telefonica

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1 Comment

Card io

emme

February 25, 2019 at 10:27

sarebbe molto bello vedere del materiale presentato in questi corsi, ascoltare è una dote che tutt@ dobbiamo costantemente migliorare!